Innanzi ad una platea di più di 50 aziende in rappresentanza di circa il 50% della distribuzione di prodotti siderurgici in Italia, Giuseppe Manni ha coordinato l’incontro destinato a spiegare le novità nella gestione del credito.
- Come avere maggiore disponibilità di credito da parte degli Istituti bancari e condizioni più vantaggiose da parte delle Società di Assicurazione del credito?
- Come gestire i rapporti con la clientela in modo da diminuire l’esposizione creditizia?
Per far fronte alle difficoltà attuali, gli esperti intervenuti al seminario hanno suggerito di diminuire l’entità del capitale circolante a seguito dei lunghi tempi di pagamento concessi abitualmente alla clientela, senza dimenticare di conferire certezza giuridica nei rapporti commerciali.
L’elemento chiave per ottenere maggiori facilitazioni dagli istituti bancari, oltre che dagli Istituti di Assicurazione del credito è di adeguare ai mutamenti il proprio modo di operare e porre attenzione maggiore alle singole gestioni contrattuali rendendole più certe attraverso la formalizzazione delle prassi consolidate nel settore, compresa la gestione diversa dei termini di pagamento.
Una prassi che è stata consolidata può diventare un “USO” formalizzabile attraverso le procedure di raccolta di “USI e CONSUETUDINI” effettuate dalle CCIAA – ha spiegato l’Avv. Tupponi – dove la compattezza delle abitudini consolidate del settore è fondamentale per dimostrare concretamente l’utilizzo generalizzato di prassi consolidate.
Questa è una strada percorribile, ma bisogna cambiare cultura – ha commentato il Presidente Ciocca – mentre il Coordinatore dei lavori, ha ulteriormente ribadito che la migliore gestione dei termini di pagamento alla clientela limita l’esposizione economica delle aziende fornitrici, diminuisce la possibilità di essere coinvolti in azioni revocatorie fallimentari e ovviamente limita il rischio – quantomeno – di essere esposti ad insoluti stante il fatto che le aziende in difficoltà tendono a chiedere di allungare i termini stessi. Lo strumento della formalizzazione delle prassi attraverso gli “USI” recepiti dalle Camere di Commercio permette di avere ciò che effettivamente si applica quotidianamente senza necessità di interventi legislativi.
Questi elementi sono importanti nell’emissione di un rating aziendale. Il rating è un’opinione sulle capacità di un soggetto di adempiere alle proprie obbligazioni finanziarie – ha spiegato Mauro Alfonso – che Cerved Group emette attraverso un comitato apposito e costantemente monitorato. Ha la connotazione pubblica riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Le regole di Basilea spingono le banche a concedere crediti alle imprese aventi un rating migliore. Alfonso ha proposto una valutazione delle aziende attraverso un rating più specifico che evidenzi le importanti potenzialità delle singole aziende. Il rating è un’opinione sulle capacità di un’azienda di adempiere alle proprie obbligazioni finanziarie
Maurizio Faroni ha poi spiegato che l’attuale prassi dei lunghi pagamenti ha contribuito ad influire negativamente sulle concessioni dei crediti. Un mutamento in positivo può scaturire dalla certezza di relazioni tra cliente e fornitore considerando anche il fatto che una minore tempistica di pagamento rappresenta sicuramente una riduzione del circolante a rischio.
Il rating monitora la solidità aziendale insieme alla frequenza dei pagamenti ed è un sistema comunque più specifico e più aperto rispetto all’analisi dei dati a consuntivo, fossero anche costituiti da movimentazioni recenti. In un contesto di analisi delle novità per meglio rappresentare il settore, se vi fossero degli usi consolidati unitamente alla diminuzione del capitale circolante, i benefici vi potranno anche essere per ogni singola azienda.
Euler Hermes con Mario Cinque e Andrea Resteghini hanno evidenziato i profondi cambiamenti dell’odierna situazione che impongono cautela, anche nei confronti di aziende storiche, le cui difficoltà e ritardi spesso sono la causa più elevata dei default aziendali. Nel panorama aziendale italiano – di tutti i settori – la siderurgia è collocabile al 2° posto come frequenza e “peso” nei mancati pagamenti, pur con segnali positivi nei settori automotive, meccanica ed export. La diminuzione dell’esposizione derivante dall’elevato capitale circolante a seguito delle dilazioni concesse di certo non può che essere valutata positivamente perché c’è una disponibilità ad uscire da una spirale di valutazioni negative.